AUTOVALUTAZIONE

Frequentando alcuni forum dedicati alla scrittura, ci si rende subito conto come il termine "autovalutazione" può spesso dar luogo a interpretazioni opposte, più che diverse: da un lato c'è chi lo associa all'incapacità di essere (almeno in parte) soddisfatti del proprio lavoro; dall'altro c'è chi lo collega al non rendersi conto di aver scritto, o di star scrivendo, una vera e propria boiata.
Temo che il secondo difetto sia il più pericoloso, perché spesso non sparisce nemmeno di fronte a insuccessi clamorosi, perché tanto sono sempre gli altri a non capire il nostro "talento": colleghi, editori, lettori e persino parenti e amici, i quali, chissà perché, da quando hanno letto due righe del tuo libro sono spariti dalla circolazione.
Il primo difetto invece, tranne rari casi patologici, è facilmente curabile con qualche pacca sulla spalla e un sincero incoraggiamento da parte chi è davvero esperto in materia, e non sedicente tale, e alla fine ti fa capire che a un certo punto bisogna pure accontentarsi di ciò che si è scritto.
Le domande che ciascuno di noi dovrebbe porsi, prima di decidere se provare a far pubblicare il proprio lavoro, non sono poi molte e sono più semplici di quanto si creda.

1) Perché mai qualcuno dovrebbe prendersi la briga di dedicare il suo tempo a leggere mio romanzo?
2) Davvero quella che ho raccontato è una storia interessante per tutti, o almeno per molti, e non solo per me?
3) E io l'ho raccontata proprio bene?
4) Ho "sedotto" il lettore fin dalle prime righe?
5) Sono sempre stato in grado di tenerlo incollato alla pagina?
6) Le scene, le descrizioni, i dialoghi che erano nella mia testa sono arrivati in modo chiaro e diretto in quella di chi mi legge?
7) La mia prosa è sempre stata scorrevole e lineare, evitando contorsioni e leziosità stilistiche?

Sono tutti aspetti fondamentali nella scrittura di un buon libro. Rispondere con estrema sincerità a queste domande è un ottimo punto di partenza per una corretta autovalutazione. Se poi le stesse domande le vorrete porre a qualcun altro, meglio ancora; ma accertatevi che sia in grado di rispondervi con assoluta onestà, senza false ipocrisie.