FENOMENOLOGIA DELL'AUTORE

Eccovi la nostra personalissima “fenomenologia dell’autore”, sperando venga accolta con lo stesso spirito ironico che l’ha ispirata.

 

Scrittura

  1. L’autore analfabeta: commette errori grossolani di grammatica. Trattasi di specie ormai estinta, non tanto grazie all’innalzamento del livello generale d’istruzione, ma a quello del correttore automatico dei programmi di video scrittura.
  2. L’autore analfabetico sintattico: la più diffusa. Sparge virgole a casaccio, come pennellate su un quadro astratto, confonde una proposizione relativa con la teoria della relatività e messo di fronte alla “consecutio temporum”, si rende responsabile di un’esecrabile pulizia etnica, con relativo massacro dei tempi verbali. Il suo editor gli consiglia di tenersi alla larga dagli antefatti o, in alternativa, di usare sempre il presente storico, ma lui continua imperterrito a fare di testa sua.
  3. L’autore non narratore: abbastanza diffusa pure questa categoria, anche se non quanto la precedente. In questo caso lo scrittore è sì padrone della lingua italiana, interrogative indirette comprese, ma non sa neanche da che parte si cominci a raccontare una storia. Afflitto da spiegonite acuta, che si manifesta fin dalle prime righe, la sua prosa ha lo stesso appeal narrativo della moglie di Fantozzi: lo sbadiglio è sempre dietro l’angolo e il chissenefrega piomba sul lettore come una ghigliottina affilatissima.
  4. L’autore narratore: rarissimo. T’incanta fin dalle prime righe, ti costringe a indossare il pannolone per non andare al bagno e ti fa fare le tre o le quattro del mattino per finire il capitolo o addirittura tutto il libro.

 

Conoscenza del mondo editoriale

  1. Lo sprovveduto: la sua lettura preferita? “Alice nel paese delle meraviglie” e si capisce. È convinto di entrare in una vasca di idromassaggio, mentre sta per tuffarsi in una piscina pullulante di squali, pronti a papparselo in sol boccone. È la vittima preferita degli editori a pagamento, ma soprattutto di quelli che si professano non a pagamento e che poi riescono lo stesso a raggirarlo.
  2. Il seminformato: dopo un po’ di giretti in internet, è convinto di saperne abbastanza, anche se in una discussione un po’ più approfondita mostra tutte le sue lacune. Gli squali di cui sopra magari ci mettono un po’ più di tempo a papparselo, perché magari nuota bene e maneggia una fiocina, ma alla fine ce la fanno lo stesso.
  3. Il superinformato: lui in internet ci vive e, come se non bastasse, si è divorato interi tomi informativi sull’editoria italiana e internazionale. Non contento, ha sequestrato i signori Mondadori, Feltrinelli e la signora Messaggerie, li ha rinchiusi in una stanza e li ha torturati per giorni, facendosi rivelare cose che a voi umani non sarà mai dato sapere. Lui con gli squali ci fa il sushi, altro che esserne divorato! Ma proprio per questo gli editori, terrorizzati, se ne tengono alla larga e non lo vogliono pubblicare.

 

Aspettative di vendita

  1. Il super sognatore: coincide spesso con lo sprovveduto, perché appunto vive di sogni. È convinto che, non appena lo pubblicheranno, potrà vivere di rendita grazie alle royalties.
  2. Il disilluso: alla prima pubblicazione parenti e amici non hanno comprato neanche un terzo dei libri che lui pensava di vendere. Alla seconda gli amici li ha persi tutti e i parenti si son fatti cambiare il nome sui documenti. L’editore non gli ha pagato neanche le royalties sulla misera mezza dozzina di copie vendute. Per lui ormai il mondo editoriale è uno schifo totale, da cui tenersi accuratamente alla larga.
  3. Il realista: per le prime cento copie cartacee vendute ha già pronto il prosecco d’annata. Per le duecento, oltre al prosecco, è previsto un ricco buffet. Alle trecento, tutti al ristorante!

 

Impegno post pubblicazione

  1. Il pigro: vorrebbe sbattersi per promuovere il suo libro, ma proprio non c’è verso di farlo alzare dal divano. “Almeno fai qualcosa sui social!”, gli dicono gli altri, ma lui ha pubblicato l’ultimo post quando c’era ancora il muro di Berlino e Mark Zuckerberg non solo non aveva ancora inventato Facebook, non aveva ancora cominciato la prima elementare.
  2. Il timido: sui social ci va, ma ha solo venticinque amici, che gli bastano perché pure Manzoni, dice lui, di lettori ne aveva solo venticinque. Non chiedetegli di fare una presentazione o un firma copie, perché potrebbe diventare viola dalla vergogna e il viola, si sa, porta sfiga.
  3. La macchina da guerra: firma copie, presentazioni, rassegne librarie, fiere e mercatini di ogni livello… questo autore non si ferma davanti a nulla. Sui social ha tanti amici, che ha già dovuto già aprire tre o quattro profili differenti. Non pago, si apposta dietro le colonne e salta fuori di colpo, spaventando le vecchiette, le quali, se non muoiono d’infarto per lo spavento, alla fine gli comprano il libro, perché è sempre meglio tirar fuori una decina di euro o giù di lì, che vedersi portar via la borsetta.
  4. L’autore gnè gnè: ah, questo è proprio il migliore. È assolutamente convinto che tutto gli sia dovuto, perché lui è un artista vero, un artista puro, e la fatica l’ha già fatta scrivendo il libro, altro che balle, e tutto il resto devono farlo gli altri, editore in primis: editing, correzione bozze, immagine di copertina, impaginazione, stampa, distribuzione e soprattutto pubblicità, sì un mare di pubblicità, anzi, che dico, un oceano di pubblicità. E, dimenticavo, dopo un giorno dall’uscita il suo capolavoro deve essere presente, possibilmente in vetrina, in tutte le librerie d’Italia (all’inizio ci si accontenta, poi si vedrà) .