LUI AMA LEI, LEI AMA LUI, MA L'ALTRO NON VUOLE

Egregio direttore, coordinatore editoriale, capo redattore o chi accidenti leggerà questa mail,
le propongo la sinossi del mio romanzo:
lui ama lei, lei ama lui, ma l’altro non vuole.
Sì lo so, messa così, pare un qualcosa di già sentito, già letto e già visto; ma lei immagini di spostare tutto nel Seicento, con quei tizi tutti vestiti di nero, in quegli abiti sfarzosi, ma che in definitiva si lavavano poco… sia loro, sia gli abiti, voglio dire. Ovvio che prima o poi, con tutta quella zozzeria, qualche malattia comincia a girare e, infatti, taaac, ecco che arriva la peste e di morti ne fa parecchi: poveri, ricchi, belli, brutti, buoni, cattivi, senza andarci troppo per il sottile.
Nel frattempo il nostro terzetto (isso, issa e o’ malamente) continua le sue avventure. O’ malamente si chiama don Rodrigo, e subito la gente – sentendo quel “don” - pensa a un prete, magari anche figo, visto la rima con Rodrigo, mentre in realtà costui è stronzo assai e in chiesa non ci va mai.
Poi c’è don Abbondio, e ancora la gente pensa a un prete, ma stavolta ci azzecca. ‘Sto prete però è un cacasotto di prima categoria, non vuole sposare i due fidanzati, e per rimetterlo in riga ci vuole, come minimo, un cardinale e così, taaac, salta fuori Federico Borromeo, che, lei non ci crederà, ma è esistito per davvero! E per dipingere un grande cardinale, cosa ci vuole ? Un grande pennello? No, e neanche un pennello Cinghiale; ci vuole un grande rivale, perché don Rodrigo è troppo poco, e, aritaaac, io c’ho anche quello, che è esistito pure lui per davvero, ma, mi perdoni, il nome non glielo posso proprio fare, perché a quanto pare ‘sto tipo c’ha ancora degli eredi potenti e danarosi in giro, che potrebbero sabotarmi il romanzo.
Comunque, caro direttore o chiunque lei sia, le assicuro che nel mio manoscritto c’è proprio di tutto: amore, odio, promesse, tradimenti, spergiuri, fifa, coraggio, delazioni, rapimenti, descrizioni infinite, dissertazioni storiche delle quali non frega niente a nessuno, e soprattutto la mia specialità: interventi autoriali ironico-moraleggianti di ogni sorta. Piacerà a tutti, ne sono certo, ma per farla stare tranquillo, le assicuro che venticinque copie le comprerò io, perché venticinque lettori, almeno quelli, sono certo di averli.
Ah, vuol sapere come finisce la storia? E come vuole che finisca? Isso e Issa alla fine di sposano, ’o malamente muore; ma faccio morire anche qualche buono, stia tranquillo, perché altrimenti mi dicono che non sono credibile.
In attesa di un suo gradito riscontro, allego alla presente i primi due capitoli (non badi troppo all’incipit: è una marchetta che ho dovuto scrivere per l’APT di Lecco) e, dato il periodo natalizio, un buono per ritirare nei supermercati convenzionati un panettone di produzione rigidamente industriale, a base di olio di palma – che, poverino, ormai lo schifano tutti – e una bottiglia di spumante dolciastro, fatto con le polverine.
Cordiali Saluti
Alessandro (Manzoni) Cuccuru